Aes Signatum
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Sono di produzione romana i lingotti di rame rettangolari, chiamati anche "aes signatum" o "quadrilateri", recanti sulle due facce varie raffigurazioni. Essi si distinguono dai pezzi a "ramo secco" oltre che per la variabilità iconografica delle decorazioni anche per l'omogeneità formale, stilistica e ponderale.
I pesi oscillano negli esemplari interi tra i 1800 e 1200 grammi, con un peso medio di circa 1500 grammi. Misurano in media mm. 165 x 100.
Il dibattito fra gli studiosi sull'origine e la cronologia di questi aes signatum è ancora aperto. Divergenze di vedute anche al riguardo della loro funzione: che fossero lingotti da cui trarre le monete di bronzo (Sydenham); semplice moneta privata (Gnecchi); moneta di transizione anteriore o parallela alle monete circolari (Thomsen); pani per offerte votive in templi o parte dei bottini di guerra dedicati agli dei in edifici di culto. Il Babelon e il Grueber vi vedevano dei multipli dell'asse, cioè pezzi da 5 assi. Per il Crawford potevano essere nati dalla necessità di distribuire le ricchezze conquistate nei bottini di guerra.
Secondo il Pedroni (che chiama questi aes signatum con la locuzione "lateres signati") non è da escludere un loro uso come moneta: non a caso molti esemplari si rinvengono in ripostigli monetali insieme a monete fuse (il ripostiglio di Santa Marinella, di La Bruna, di Ariccia), senza che ciò significhi che siano nati per questo scopo. L'ipotesi che avanza l'autore è che non siano moneta o pseudo-moneta ma "peso campione" e "misura valore" realizzati con la garanzia dello Stato.
Per l'Alteri l'aes signatum rappresentava il metallo-moneta che, riconoscibile dalle impronte statali, veniva usato a peso per gli scambi commerciali (di molti abbiamo frammenti intenzionalmente ritagliati), pur non escludendo per il periodo piú antico della moneta romana il carattere commemorativo dei tipi ed il loro valore storico e religioso.
Divergenze tra gli studiosi anche nei tentativi di trovare delle spiegazioni plausibili alle tipologie impiegate; senza escludere la possibilità che di alcuni quadrilateri i criteri di scelta potrebbero essere stati, per assurdo, anche puramente estetici e privi di qualsiasi riferimento storico o leggendario.
Incerta è la loro datazione: chi li assegnano al periodo compreso tra la seconda metà del IV sec. e la prima metà del III sec. a.C.; chi al 289 a.C. anno in cui avvenne l'istituzione dei "triumviri monetalis" (Thurlow-Vecchi); chi al 280 a.C. (Crawford).
Gli aes signatum riconosciuti come romani sono 11.
Indice
Indice → Repubblicane → Aes SignatumPer Moneta
- 3/1 - Cornucopia/Ramoscello
- 4/1 - Aquila/Pegaso
- 5/1 - Toro/Toro
- 6/1 - Spiga/Tripode
- 7/1 - Scudo/Scudo
- 8/1 - Spada/Fodero
- 9/1 - Elefante/Scrofa
- 10/1 - Ancora/Tripode
- 11/1 - Tridente/Caduceo
- 12/1 - Galletti/Tridenti
- Anfora/Punta di Lancia
Riferimenti
- CRAWFORD M.H., Roman Republican Coinage (RRC) - 2 volumi, Cambridge University Press - 1995
- GRUEBER H.A., Coins of the Roman Republic in the British Museum - 3 volumi, British Museum - London 1910
- HAEBERLIN E.J., Aes Grave. Das schwergeld Roms und Mittelitaliens, Frankfurt-am-Main 1910
- THOMSEN R., Early Roman Coinage - 3 volumi, Nationalmuseet 1961-74
- RUTTER N.K., Historia Numorum Italy, The British Museum Press 2001
- THURLOW B.K. - VECCHI I., Italian Cast Coinage, Vecchi & Sons - Dorchester - 1979
- VECCHI I., Italian Cast Coinage, London Ancient Coins - London 2013
- FUSI ROSSETTI A., Moneta e non moneta. L'aes signatum e i multipli, Rivista Italiana Numismatica 1994-95
- PEDRONI L., Ricerche sulla prima monetazione di Roma, Liguori Editore - 1993
- POOLE STUART R., A catalogue of the greek coins in the British Museum: Italy, London 1873