Vitellio (16 Aprile - 22 Dicembre 69)
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Fu pigro, amante del mangiare e del bere, e dovette la salita al trono a Cecina Alieno e Fabio Valente, comandanti di due legioni sul Reno. Da questi due uomini fu compiuto un colpo di stato militare, ed all'inizio del 69 Vitellio fu proclamato imperatore a Colonia Agrippinense (l'odierna Colonia), o, piú precisamente, imperatore degli eserciti della Germania Inferiore e Superiore.
Non fu mai accettato come imperatore dall'intero mondo romano, anche se a Roma il senato lo accettò e gli attribuí i consueti onori imperiali. Egli entrò in Italia alla testa di soldati licenziosi e rozzi, e Roma divenne lo scenario di rivolte e massacri, spettacoli di gladiatori e fasti stravaganti.
Appena si sparse la voce che gli eserciti dell'Est, Dalmazia e Illiria, avevano acclamato Vespasiano, Vitellio, abbandonato da molti dei suoi sostenitori, avrebbe voluto rinunciare al titolo di imperatore.
All'arrivo delle truppe di Vespasiano a Roma, però, i pretoriani non accettarono questa rinuncia e lo trascinarono fino alle Scale Gemonie e lo uccisero, per poi gettarlo nel Tevere.
Durante la sua breve amministrazione Vitellio aveva mostrato l'intenzione di governare saggiamente, ma fu completamente sotto l'influenza di Valente e Cecina Alieno, che lo indussero ad una sequenza di eccessi che misero completamente in secondo piano le sue qualità.
Ultima moneta in catalogo: CLM202
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